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L'ORSO POLARE

Aggiornamento: 5 apr 2021


Nome comune: Orso polare

Nome ufficiale: Ursus maritimus

Phylum: Chordata

Classe: Mammalia

Ordine: Carnivora

Famiglia: Ursidae

Genere: Ursus

Specie: U. maritimus


CARATTERISTICHE

L’orso bianco o polare, nome scientifico Ursus maritimus (orso del mare), con i suoi 2,5 m di lunghezza e 700 kg di peso, è il più grande carnivoro terrestre esistente. L’orso polare è diffuso in una vasta area intorno alle regioni polari artiche, il 60% degli esemplari si trova in Canada.

Il suo corpo allungato è rivestito di un pelo foltissimo che va a ricoprire fino alle piante dei piedi (come efficace isolamento dal ghiaccio). Il mantello bianco, rinnovato annualmente nella stagione estiva, mimetizza l'orso polare tra i ghiacci del suo habitat, avvantaggiandolo nella caccia; è idrorepellente e formato da peli cavi traslucidi che catturano i raggi solari e li convogliano verso la cute. I peli appaiono bianchi perché le cavità disperdono e riflettono la luce. Gli orsi polari curano la propria igiene rotolandosi regolarmente nella neve. Come ulteriore meccanismo di "produzione" di energia termica, oltre allo strato di grasso sottocutaneo (dai 10 ai 12 cm), utilizza un'elevata capacità di assorbimento delle frequenze UV; ciò è possibile avendo l'epidermide nera.

La potenza fisica dell'orso è eccezionale, robustissimo, apparentemente goffo e pigro, riesce a percorrere lunghissime distanze sui ghiacci con la sua andatura veloce e felpata, per di più è un eccellente e resistente nuotatore. Le zampe sono grandi e larghe per favorire il nuoto e funzionano come “racchette” per non sprofondare nella neve e non rompere il ghiaccio. Inoltre possiede un'insospettabile capacità nell'arrampicarsi sugli alberi. Possiede anche un ottimo senso dell'orientamento.

Le dimensioni delle orecchie e della coda si sono ridotte per poter mantenere il calore ed essere, con il muso affusolato, più idrodinamico. Il piede è plantigrado come quello di tutti gli Ursidi (cioè cammina poggiando a terra tutta la pianta del piede) e dotato di artigli affilati e ricurvi utilizzati per far presa sul ghiaccio e afferrare le prede. Hanno 42 affilatissimi denti e 3 palpebre per proteggere l'occhio dal clima estremamente rigido.

Abitualmente solitari, si riuniscono in coppie solo in primavera, nel periodo della riproduzione. La femmina “salva” le uova fecondate (questa capacità è nota come “impianto ritardato”) per far iniziare il loro sviluppo a partire da settembre e, nel frattempo, accumulare più grasso possibile. Le madri scavano nella neve profonda una tana per l’inverno, nella quale danno alla luce due cuccioli. Durante la gravidanza e il parto le femmine non si nutrono, ma si sostentano col grasso accumulato. Appena nati, i piccoli sono ciechi e non hanno i denti; inoltre non sanno badare a loro stessi fino ai 5 mesi di età e rimangono con la madre fino ai due anni.

L’orso polare essendo un grande cacciatore ha una vista ed un olfatto assai sviluppati e sono in grado di sentire l’odore di una preda nel raggio di un chilometro e mezzo sulla terra ferma e a ben un metro di profondità sotto la neve compatta. Riesce a nutrirsi di quasi tutti gli animali che vivono nel suo ambiente: renne, volpi, uova, uccelli marini, pesci e soprattutto foche (di cui mangia solo la pelle e il grasso). Non beve acqua, poiché è acida e salata nel mar glaciale Artico, quindi per idratarsi usa il sangue delle sue prede. La sua tecnica di caccia consiste nel fare dei buchi tra i blocchi di ghiaccio e, quando l’animale marino sale in superficie per respirare, lo cattura. Nel caso di animali terrestri, si aggira discretamente intorno alle colonie e ai nidi.

In natura, gli orsi polari vivono circa 25 anni. È (come l'orso bruno) un predatore alfa, trovandosi in cima alla catena alimentare, ha quindi pochi nemici. Solamente i piccoli possono essere attaccati da lupi o da altri orsi polari, in condizioni di scarsità di cibo. Naturalmente l'uomo resta il vero pericolo per questa specie.


CURIOSITÀ

- Meno del 2% della loro caccia ha successo. Nonostante l’orso polare passi metà della sua vita a caccia di cibo, questa attività ha raramente successo.


- È l’unica specie di orso che non va in letargo. Questo perché gli orsi polari hanno la capacità di abbassare la frequenza cardiaca e quindi di risparmiare le energie, a seconda della situazione e della necessità. Inoltre, durante l'inverno la superficie di ghiaccio è più estesa e più spessa, condizione perfetta per cacciare. Mentre le femmine incinta, accumulate energie e grasso, si ritirano nella tana da loro costruita per partorire, qui trascorrono tutto l'inverno a digiuno e allattando i piccoli. Quindi non vanno completamente in letargo: un vero letargo consiste nell’abbassare le attività vitali e la

temperatura corporea.


- L’orso polare ha bisogno di grandi quantità di grasso. Per questo, deve cacciare animali come foche e balene, che gli permettono di immagazzinare calorie utili a proteggerlo dal freddo del Polo. Nessun altro animale riuscirebbe a sopportare questa dieta, ma l’orso polare possiede un metabolismo particolare che gli permette di evitare il colesterolo. Questi grassi accumulati vengono immediatamente trasformati in energia e utilizzati, senza che diventino un problema per la circolazione sanguigna. Questo particolare metabolismo ha un’altra caratteristica: il fegato di orso polare è molto tossico a causa della sua elevata concentrazione di retinolo, che lo rende non commestibile e potenzialmente letale; infatti popolazioni come gli Eschimesi, grandi consumatori di carne di orso polare sia cotta che cruda, non lo mangiano mai.


- Appena nati, gli orsi pesano meno di un chilogrammo. In pochi mesi, nutrendosi esclusivamente del latte materno, ricco di proteine, aumentano il loro peso fino a 15 chili.


- Quando vedono un proprio simile consumare un “bel banchetto”, si avvicinano e gli toccano il naso. Questo è il modo per chiedere all'orso dominante di condividere il pasto.


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