È un mammifero, ma depone le uova; allatta i suoi cuccioli, ma non ha i capezzoli: secerne il latte direttamente dalla pelle, come fosse sudore; è velenoso, un caso quasi unico tra i mammiferi; ha i piedi palmati, la coda da castoro, il becco come un'anatra e il pelo come una lontra... è l'ornitorinco, uno degli animali più bizzarri e controversi del pianeta, che sembra fatto con parti di altri animali assemblate insieme più o meno a caso e la cui storia ha da sempre interessato l’ evoluzione, ricco di caratteristiche che potrebbero dirci molto anche sulla nostra specie. Ciò che viene riportato è fonte di una ricerca scientifica tenutasi nel 2018 da NATURE.
ORNITORINCO ED ECHIDNA
Gli studi non riguardano solo l'ornitorinco ma anche l'echidna istrice, un animale che appartiene, come l'ornitorinco, all'ordine dei monotremi, uno dei più primitivi tra i mammiferi e rappresentato oggi solo da cinque specie (l'ornitorinco e quattro specie di echidna). Dei due, però, è l'ornitorinco quello che possiede le caratteristiche più sorprendenti, non perché siano particolarmente originali, ma perché solitamente si ritrovano in altre classi di animali. L’ORNITORINCO COME UN VOLATILE?
L'ornitorinco depone le uova come gli uccelli, ma si tratta di uova povere di tuorlo, perché il nutrimento per il cucciolo arriva dal latte che viene secreto dalle ghiandole mammarie situate sulla pelle della madre. Il genoma dell'ornitorinco contiene un gene responsabile della produzione di una proteina, la vitellogenina, che serve per produrre il tuorlo nelle uova degli uccelli e dei rettili; i quali hanno tre diversi geni che producono vitellogenina, mentre i mammiferi non ne hanno nessuno. Questo sta a significare che l'ornitorinco deriva da un animale che ha perso solo una parte dei geni responsabili delle uova, e continua a produrle come protezione per il cucciolo, ma non come fonte di nutrimento.
L’ORNITORINCO MAMMIFERO?
Il latte dell'ornitorinco ha un'altra caratteristica importante: è molto simile a quello degli altri mammiferi, e viene prodotto grazie ai geni della caseina, che nei mammiferi hanno sostituito quelli della vitellogenina - l'ornitorinco, dunque, li ha entrambi, sia quelli che derivano dagli uccelli sia quelli che verranno perfezionati dagli altri mammiferi. Ha anche dieci cromosomi sessuali, cinque X e cinque Y: tutti gli altri mammiferi ne hanno solo 2; e tra i dieci dell'ornitorinco, la maggior parte hanno più caratteristiche in comune con i cromosomi sessuali degli uccelli che dei mammiferi; ciò potrebbe essere una dimostrazione del legame evolutivo tra uccelli e mammiferi.
DA SEMPRE UN ANIMALE BIZZARRO
Nel 1798 dei naturalisti londinesi avevano ricevuto una cassa dall’Australia. I loro colleghi esploratori avevano imballato con tutta cura e spedito via mare una strana creatura e si ritrovarono tra le mani il primo esemplare di ornitorinco imbalsamato mai giunto in Europa. Dopo innumerevoli tentativi di trovare le cuciture che tenessero unito un becco d’anatra e delle zampe palmate al corpo di un castoro, sfiniti si convinsero di non essere vittime di uno scherzo. Da allora l’ornitorinco continua a suscitare ammirazione e talvolta ilarità.
Fa le uova, ma allatta i piccoli. Ha le zampe d’uccello, ma è coperto di pelliccia. È un mammifero, ma è velenoso (sono pochissime le specie ancora esistenti di mammiferi velenosi, tra cui il toporagno d’acqua). E, soprattutto, riesce a captare i campi elettrici.
Questo mammifero dell’ordine dei monotremi è principalmente notturno e si nutre di vermi, piccoli crostacei e girini. Per procacciarsi il cibo si tuffa nelle acque melmose e ricche di limo di torrenti e stagni che ospitano colonie di invertebrati nascosti sotto al fango.
La vista e l’olfatto, in queste condizioni, si rivelano inutili, ma l’ornitorinco ha sviluppato un organo ricettivo incredibile. Il becco, infatti, è una vera e propria sonda con 40’000 recettori che captano ogni minimo segnale elettrico generato dagli organismi viventi. Gli impulsi derivanti dagli elettrorecettori, vengono decifrati dal cervello, permettendo al predatore di affondare il becco nel fango nel punto preciso in cui si trova la preda. In questo senso dunque sì, l’ornitorinco prende la scossa ed è grazie a questa scossa che sa in che direzione, e a che distanza, si trova il suo prossimo pasto.
Il veleno, invece, non viene usato nella caccia, ma nella difesa e nei combattimenti per il territorio. Tra gli adulti, solo i maschi hanno gli speroni sulle zampe posteriori. Da qui scorre il veleno, secreto da ghiandole sottocutanee, che può rivelarsi addirittura fatale per animali come cani e gatti.
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